giovedì 9 settembre 2010

Passioni

Passioni. Ciò che accompagna il patito dello sport nazionale per eccellenza. E chi vive di calcio sa a cosa mi riferisco.

C'è chi nasce con la passione per i motori, c'è chi nasce con la passione per i viaggi o come per me per la musica. E alla musica ha sempre saputo associare alcune immagini che facevano riaffiorare emozioni. In questo caso niente è più bello di assaporare ciò che si prova quando il tuo calciatore preferito è in procinto di mettere la palla dentro, o molto più semplicemente niente è più bello quando un giornalista parla bene della tua squadra del cuore.

Queste le sensazioni che si vorrebbero sempre spiegare. E per alcuni scrivere.

Nella stagione calcistica che sta per iniziare anch'io vorrei ricavarne qualcosa che è giusto raccontare, spiegare. E se si unisce il duttile al direttevole spero alla fine risalti indipendente dai risultati ottenuti un solo significato da tutto ciò:

La passione.

venerdì 20 agosto 2010

IBRA AL MILAN

Oggi tutti ne parlano con sfumature più o meno possibiliste ma noi, ancora una volta, vogliamo che i nostri lettori sappiano per primi cose che, poi, tutti leggeranno su altri canali ben più importanti di noi.
Oggi, grazie alle nostre fonti, siamo in grado di darvi i dettagli del passaggio di Ibra dal Barcellona al Milan :

- Prestito rinnovabile per due anni

- il Milan gli offre 7,5 milioni di ingaggio

- Passati i due anni l'acquisizione definitiva per una decina di milioni ed al calciatore andrà un ingaggio di 3,5 milioni a stagione per altri due anni


- Nell'operazione dovrebbe (manca l'OK del calciatore) rientrare il passaggio di Huntelaar al Barcellona

martedì 4 maggio 2010

Il Punto.

Con il campionato terminato Pelle non si stanca mai però di scrivere ai propri visitatori del sito (un grazie sentitissimo) e lo fa riaprendo alcuni dibattiti che facendo zapping in tv mi hanno lasciato un pò perplesso. Ovviamente stiamo parlando di calcio e lo scrivo qui solo per ricordare che il "Punto di Pelle" esiste già e per tutta l'estate continuerà (ogni qual volta) ad essere aggiornato e riempito quando servirà. D'altronde in questo blog parliamo di sport e di sport ora parlo. Mi scuso se non c'è mai stato il tempo prima.

Il Punto. Mi vorrei questa volta soffermare su di un episodio, o meglio, su di una partita che non mi ha sorpreso nè per il risultato, nè sulla prestazione di entrambe le squadre e neanche sul modo di "tifare" il calcio. Ma mi ha lasciato dell'amaro in bocca sui modi (giornalisticamente parlando) di intendere la parola calcio nello sport e sul modo di trasmetterla attraverso i media.

Arrivo al dunque. Lazio - Inter. Se avessi dovuto pronosticarla tale gara avrei garantito la vittoria dell'Inter ma non per demeriti laziali (attenti bene) ma semplicemente perchè l'inter è la più forte e non avrebbe lasciato la Roma in testa.

Purtroppo molte considerazioni che si fanno (anche adesso) risultano superficiali e non attinenti al periodo che stiamo vivendo ma probabilmente l'abitudine tutta italiana di allargare i confini dove non serve è quotidianità e quindi ne vale la mia precisazione.

Si parla molto di buon senso e di "Regole" nel calcio. Ma come si fa a pretendere buon senso e regolarità in tutti i sensi se le pressioni dei media ci costringono sempre e solo a parlare di ciò che non serve? Allargando perciò i confini e non centrando il vero problema. Le conseguenze sono molteplici. Mi aveva molto colpito il romanista De Rossi quando sabato dopo Parma-Roma quasi come un fratello tifava Lazio per sperare ancora. E lì c'avevo visto quasi un colpo di scena: una pace fra gemelli? E invece no. Il solito egoismo di non accettare mai il verdetto, guardando solo ciò che lo sport ci fa ancora godere.

Ma la colpa non è neanche del tifoso, ma di chi mette il tifoso nella condizione di non vivere il calcio come viene, tifando ma non odiando. Anche in altri ambiti (extra sportivi) non esiste questo modo di procedere, per non parlare delle istituzioni che insegnano ciò che è giusto e ciò che è sbagliato ma non aiutano le persone ad applicarle nel senso giusto. Perchè suggiogate solo dalla volontà di eccedere e non dal buon vivere.

Per concludere. Non dico che i media debbano scannarsi per farsì ci sia sempre buon senso in tutte le cose. Farebbe sempre la scelta sbagliata perchè non arriverebbe al punto.

Devono essere le persone, che rappresentano tale istituzioni, ad impartire lezioni di vita. Non solo insegnando. Deve essere la prima categoria che deve applicre la giusta logica e il giusto senso su ogni questione, in ogni ambito, in qualunque campo per essere davvero un modello al quale ispirarsi e impartire lezioni di vita.

Quello che vediamo è il risultato di tale esempio. I tifosi non c'entrano.